Le mani, le sue. (E poi un'altra volta noi due)

14/01/2016 alle 23:42.
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Mani. Mani dappertutto. Saluti virili. Mancava questa fisicità, mancava l'ostentazione di un tendine guizzante così come mancavano quelle falangi del diametro di Gianni Morandi. Il cappottone di pannolenci come stella polare. L'ingresso in quella palestra è adrenalina e ansia, un impulso scenico che meritiamo di ricordare. Fra quattro mesi. O appena possibile.

Forse è vero che al gelo di Petrograd si è sbiancato. Sembra meno cacao e più granito.
Resta il più grande front-man over 50 in circolazione, Luciano Spalletti.

Luciano Spalletti è la nostra Prospettiva Nevskij. Stamo obliqui, siamo di sbieco rispetto a tutto. Da sempre. Il rischio di chiamarlo non è un rischio calcolato. Abbiamo puntato i resti sullo "0" della roulette. O con lui ci rialziamo, o ci darà il colpo di grazia. Che Dio ce metta na mano in testa. Mani.

Chi ha amato continuerà a farlo come se nulla fosse. Chi se l'era perso a Roma, è giusto che sia qui a Roma che provi a riconoscerlo. A patto che lui non riconosca noi. Sennó è Caporetto.

Manca un girone. Manca una vita.
Ricominciamo? Ricominciamo.

Dario Bersani
@DarioBersani

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