Ranieri di Monaco

16/04/2019 alle 19:24.
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LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Le vie degli allenatori sono quasi infinite. Immaginiamo che la Roma si avvalga delle consulenze di mercato di Luis Campos, ipotesi probabile. Di conseguenza si fantasticherà su Mourinho (non basta un’amicizia per spostare un allenatore da 15 milioni di euro) o, volando un po’ più in basso, Fonseca, o perché non Sarri, il preferito di Baldini. Una scelta decisa, figlia di un nuovo corso che piazza una nuova bandierina sul mappamondo giallorosso.

Il Principato di Monaco dopo Boston. Dopo Londra. Dopo Città del Capo. Per un allenatore più o meno a immagine e somiglianza del nuovo uomo mercato della Roma, di stanza a Montecarlo, che manterrebbe in sella, in nome della continuità, Massara a Trigoria. Tutto troppo scontato? Forse. Perché di nomi di allenatori al club giallorosso ne sono stati accostati già una decina. I succitati più , Giampaolo, Gasperini, Di Biagio, Blanc. Mentre si delineano i connotati della Roma duemiladiciannove-duemilaventi, c’è chi pensa al presente per determinare le sorti della squadra che verrà. Perché molte scelte saranno assoggettate al piazzamento in campionato.

E qui entra in scena . Tre mesi di contratto senza nulla a pretendere. Schiettezza, rapporti diretti, pane al pane. Che per molti osservatori superficiali si traduce in calcio preistorico, superato, che chiunque saprebbe predicare. Peccato che tre anni fa sia stato l’artefice della più grande impresa di sempre. E che goda della stima di tutto il mondo del calcio che conta. Peccato che lui sia considerato un dinosauro da accantonare a beneficio di presunti scienziati che per i prossimi due lustri a al massimo potrebbero portare in spalla la lavagna tattica. che permette ai tifosi della Roma di godersi due vittorie consecutive con la porta inviolata (il termine ‘inviolata’ rende meglio l’idea rispetto all’abusato clean sheet, che sa tanto di salviettine umidificate).

che fa sempre i conti con la moria di calciatori massacrati nei polpacci dalla sfortuna(?) di una stagione nata, e colpevolmente cresciuta e pasciuta, sotto una perfida stella. che sempre senza nulla a pretendere, abituato a far parlare di sé non per moda ma per risultati concreti, potrebbe essere alla fine della giostra quello che non ti aspetti. Stimato dai calciatori e dai dirigenti, benvoluto dai tifosi, rispettato ovunque, se portasse la Roma all’insperato piazzamento, in assenza di concrete piste che conducano a un allenatore che rappresenti una vera svolta epocale, sarebbe forse la soluzione migliore per ripartire. conosce vita morte e miracoli del nostro calcio, di ogni piazza, non avrebbe bisogno di rodaggio, non necessiterebbe del tempo da concedere al salto di categoria tipico per chi viene da una realtà minore, non avrebbe bisogno dell’eccellente interprete poliglotta di cui si avvale da anni la Roma, eviterebbe eventuali salti nel buio.

Dubbio logico: come potrebbe la Roma che forse sarà di Campos, ripartire da ? Potrebbe. Con intelligenza. Perché una società di calcio non è il mezzo per gonfiare edonisticamente il proprio ego o da usare per diffondere il proprio credo filosofico. Una società di calcio è il fine. Il suo bene è il fine. E chi lavora per essa deve saper miscelare le proprie idee con quelle utili, per scelte magari compromissorie, per il raggiungimento dell’obiettivo finale. L’unica cosa che conta.

In the box - @augustociardi

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