Le fondamenta di un sogno

24/11/2017 alle 15:50.
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Lo si farà. Salvo altre virtuose creative zozzate dell'ultimissima ora, salvo altre invenzioni di ecomostri quando l'ecomostro è quella zozzeria che c'è adesso, salvo altre penne al servizio dei poteri forti, salvo altri presidenti della Figc pronti a farsi intervistare per dire «che di nuovi stadi non abbiamo bisogno», salvo ognuno e nessuno, salvo interessi pubblici già approvati, stra-approvati e poi bocciati e/o rimessi in discussione quando il "pubblico" uno stadio ce l'ha praticamente nello statuto, nella sua essenza,nel nome. Salvo tutti i nomi passati da 5 anni a questa parte, un paio di papi, tre sindaci, mille partite, e caterve di cattiverie, strumentalizzazioni, intralci diretti o indiretti, rallentamenti fisiologici o indotti, indifferenza, sciatteria, abitudini, maggioranze e transumanze, lo si farà alla faccia di tutto questo per il sorriso invece dei tifosi della Roma e dei cittadini di Roma. [...]

E al di là dell'ovvia opportunità, di un'opera gigantesca per la città, della viabilità, delle migliaia di posti di lavoro che già si sono creati e si creeranno, dell'indotto, dell'incasso, del botteghino, del patrimonio, del turismo, di qualsiasi tipo di profilo industriale, lo è soprattutto una cosa: una cosa sentimentale. Lo è stato il sogno della Roma nel 1927 che è nata con l'orizzonte di quel Campo che ancora e sempre c'avrà tanta gloria; lo è stato il sogno di Dino Viola che ci è morto per lo Stadio. [...]

Lo si farà perché ha le sue fondamenta in questa città, le radici nel 1927, le fondamenta in un atto di nascita di un'associazione chiamata Roma. Si farà perché è il Sogno di chi non ha mai smesso di sognare. Gli stessi che hanno riportato Agostino Di Bartolomei a casa. Chiamatelo così.

(Il Romanista - Tonino Cagnucci)

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