'Rinascimento', Di Pietro: "Non è una nuova Mani Pulite"

23/06/2018 alle 16:16.
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IL ROMANISTA (A. DE ANGELIS) - Giornata senza particolari colpi di scena quella di ieri per quel che riguarda il fronte stadio. Del resto è abbastanza normale che ora ci sia un periodo di attesa, in cui i Dipartimenti del Comune coinvolti nelle verifiche del progetto (Urbanistica, Trasporti, Ambiente, Patrimonio e Lavori Pubblici) possano completare il proprio lavoro senza distrazioni o pressioni di alcuna sorta. Attesa nella quale i pm che seguono l'inchiesta "Rinascimento" possano continuare le indagini senza preoccuparsi di dover continuamente precisare come queste non riguardino lo stadio o peggio la Roma.

Un'inchiesta su cui in queste ore ha detto la sua anche Antonio Di Pietro, politico ed ex pm del pool Mani Pulite, lo stesso da cui proviene il procuratore aggiunto Paolo Ielo. «Sul piano penale a me pare che ci sia molto poco al di là di qualche fatto specifico. Non siamo davanti a una nuova mani pulite». La precisazione dell'ex pm, che poi ha aggiunto: «Sul piano politico, invece, vedo un mare di quaquaraqua, che per scimmiottare quel che era la tangentopoli di una volta, fatta con professionalità criminale, vanno a raccogliere gli spiccioli per strada». [...]

Nell'inchiesta continuano ad emergere particolari poi che legano i protagonisti in affari che anche in questo caso nulla hanno a che vedere con lo stadio. È il caso di un progetto nella zona di Campo Jemini, da un milione 850mila metri quadrati. Nella vicenda entrano in ballo per una consulenza, tramite Luca , i legali dello studio di Luca Lanzalone, all'epoca dei fatti presidente di Acea. Il focus quindi si sposta sempre più lontano dallo stadio e da quanto vi è intorno. Il progetto, a tal proposito, sembra possa ripartire in tempi rapidi. [...] Come abbiamo già scritto più volte (e per primi) in questi giorni, non è escluso che a risolvere la situazione ci pensi direttamente il presidente della Roma . In questo senso si stanno valutando tutte le possibilità concrete di operare in solitudine. Una delle quali prevederebbe la suddivisione del progetto in due tronconi da far procedere separatamente. Da una parte il Business Park (che avrebbe dovuto sviluppare Eurnova) che resterebbe momentaneamente in secondo piano. Dall'altra lo stadio con il Convivium e la nuova Trigoria, da far marciare prioritariament e[...]. Resta il nodo dei terreni, attualmente ancora di proprietà di Eurnova. Si attende la nomina del nuovo amministratore che possa riprendere l'interlocuzione con il Comune e con la Roma. Un'interlocuzione che sembra avere come unica prospettiva possibile proprio la cessione dei terreni e la conseguenze fuoriuscita di Eurnova dal progetto. Con la benedizione di tutti.

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