Post Match - Il turnover tattico

26/10/2021 alle 11:07.
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LAROMA24.IT (MIRKO BUSSI) - Gli stessi uomini ma in diverse forme. Se ormai le scommesse sulla scelta degli 11 titolari sono state definitivamente chiuse a seguito del fattaccio di Bodo, maggior incertezza c'è su quale gradazione di pressione gli è stata comminata. Infatti, sempre più spesso, come già con la e di nuovo col , la Roma mostra di alternare vari voltaggi nelle pressioni. Se inizialmente, come a Torino e con altezze diverse anche domenica di fronte al , invade maggiormente la metà campo avversaria, la si ritrova, più avanti nella partita, accomodarsi su due linee da 4 dentro al proprio covo.

Così anche domenica, quando nella mezz'ora iniziale, la Roma ha sganciato i propri mediani al confine della costruzione del . Proprio da quest'interpretazione nasce quella che sarà, ai conti finali, l'occasione migliore della partita.

L'uscita di Veretout su Anguissa accelera e riduce le possibilità di scelta del centrocampista del che sulla giocata per Zielinski fa aumentare i giri alla pressione romanista. Qui Cristante, appena l'avversario scopre il pallone, mette sul banco la propria fisicità, sottraendo il pallone e aprendo la scena all'arte preferita dalla Roma in questa stagione: la transizione offensiva, preferibilmente breve, quindi da consumarsi entro i 40 metri. Il feroce attacco alla profondità di Abraham tra i due centrali, aperti perché impegnati in costruzione, viene premiato dal fiocco pregiato, pari al passaggio laser, messo da Cristante alla propria giocata.

Diversamente, per altri tratti, la Roma si abbassa ricercando un blocco di 8 giocatori equamente divisi in due linee. Qui, però, le difficoltà maggiori sono arrivate nell'arginare la capacità del di uscire in costruzione con Koulibaly. Nonostante i tentativi d'indirizzamento di Abraham, che fosse direttamente o con un passaggio intermedio che lo liberasse, spesso il centrale del si è ritrovato a far uscire il pallone dalle parti basse, sfruttando l'impegno di Pellegrini nel ridurre la partecipazione di Fabiàn Ruiz.

Come nella situazione evidenziata sopra, dove si palesano alcune difficoltà della Roma quando si racchiude in pochi metri: la gestione degli uomini che s'incastrano tra le linee. Qui di partenza è Zielinski ma poi, dopo il rapido scambio utile ad attirare le pressioni romaniste, anche Insigne finisce agilmente alle spalle di Cristante. Una volta ricevuto il pallone in quegli spazi a metà tra difesa e centrocampo avversario, come vogliono le scritture di , si accenda la ricerca della profondità, piatto preferito da Osimhen. In questa situazione, però, l'azione termina con una respinta di Ibanez centrale prima del seguente tiro alto da parte dell'attaccante nigeriano.

Da qui il punto interrogativo: se è vero che i numeri fin qui (seconda miglior difesa, dietro al ) pongono in risalto l'assetto in non possesso della Roma, le caratteristiche dei giocatori, più da riconquista aggressiva che posizionale, come Veretout, oltre agli esterni Mkhitaryan e Zaniolo, ma anche considerando i centrali del caso, Mancini e Ibanez, è questo lo scudo migliore per difendersi? E, perché le due fasi sono sempre correlate, contrattaccare?

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