LAROMA24.IT - Il principio e la libertà di scelta valgono bene un esonero. Non ha detto proprio così, ma questo è il succo di una delle risposte più rumorose della conferenza stampa di presentazione di mister Claudio Ranieri. L’allenatore romano è tornato nella Capitale per la sua terza esperienza da allenatore e uno dei primi dubbi (degli astanti, non suo evidentemente) che ha voluto chiarire è che sceglierà chi giocherà e quando senza pensare a contratti, clausole e quant’altro. La domanda era ovviamente su Dybala, la risposta è stata la seguente: “Presidente, sul caso Dybala, sia chiaro che faccio come mi pare. Non voglio sapere se ci sono clausole. Una sola volta in carriera mi è capitato che un presidente mi chiedesse di mettere fuori rosa un giocatore, io ho risposto che i giocatori che ho li uso. Se lo fai giocare ti esonero, la risposta del presidente. E la domenica sono stato esonerato”. Nella sua lunga carriera, la quale finirà proprio con i colori della sua Roma, “Sir” Ranieri è stato esonerato in 9 occasioni (in altre si è dimesso, come nel caso della sua prima era romanista): Napoli, nel 1992 (il primo post Maradona); Chelsea, 2004 (prima dell’avvento di José Mourinho); Valencia, 2005; Juventus, 2009; Inter, 2012 (nel valzer degli allenatori in salsa nerazzurra dal post Mourinho); Grecia, 2015; Leicester, 2017 (dopo lo storico successo in Premier); Fulham, 2019 e Watford, 2022.
Tornando alla conferenza stampa, il giocatore al quale faceva riferimento il mister giallorosso con quella risposta era Massimo Mauro, ai tempi del Napoli, quando il presidente Corrado Ferlaino lo esonerò per aver fatto giocare l’oggi opinionista televisivo. Il binomio Ranieri-Mauro parte da molto lontano. L’attuale allenatore giallorosso è stato prima capitano e poi allenatore di Mauro. Parlò di questo rapporto proprio l’ex giocatore della Juventus: “Ranieri è stato il mio capitano quando ero un ragazzino a Catanzaro, era un uomo di riferimento perché era lì da tantissimi anni. È stato un uomo non importante per me, di più”. I due si ritrovano a Napoli nel 1991, quando Mauro era di fatto uno dei leader dello spogliatoio e soprattutto era considerato molto vicino al tecnico. La richiesta, smentita dall’ex numero uno Azzurro, la scelta dell’allenatore, l’1-5 contro il Milan e poi l’esonero, uno di quei nove, il primo.
La cronaca, però, è stata arricchita da un altro episodio legato a questo binomio: nel 2011 sono protagonisti di un battibecco in TV Ranieri, Sconcerti, Mauro e Ilaria d’Amico. Sconcerti chiede lumi al tecnico giallorosso sul “problema Pizarro”, ma la reazione del “Sir” non si fa attendere: “Voi volete creare il problema Pizarro, avete il gusto di voler sempre alimentare la polemica, ma il problema Pizarro non c'è. Non cercate sempre la polemica, parlate di calcio e io vi rispondo. Vi do un consiglio, non alimentate sempre la polemica perché pian piano a Roma non vi vedrà più nessuno”. La replica di Mauro fu: “Claudio, se volevamo fare polemica avremmo iniziato facendoti vedere il gol in fuorigioco della Roma...”. “Purtroppo il tempo è scaduto, devo andare”, la chiosa dell’allenatore romanista di ieri e di oggi.
L’opinione del suo ex compagno e giocatore, però, è ancora positiva. L’11 novembre, prima della chiamata di Friedkin, Mauro ha scritto un articolo per Repubblica (“Solo Claudio Ranieri può salvare la Roma", il titolo): “Non so cosa aspettano i Friedkin ad affidare la Roma a Claudio Ranieri. C’è da sistemare la difesa, da rasserenare l’ambiente e di non finire a lottare per non andare in B per tutto il campionato. E’ necessario un uomo dal grande carisma e portatore di vera romanità. Necessario, sia dietro la scrivania o, come io suggerisco io, in panchina”. Detto, fatto.