De Sisti e 'La Partita del Secolo': “Eravamo tutti nati tra il ’38 e il ’44, abituati al senso del sacrificio”

17/06/2020 alle 17:04.
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GLIEROIDELCALCIO.COM (Federico Baranello) –"Ci vorranno un paio di giorni per renderci conto che partita abbiamo vinto e come l’abbiamo vinta. Io credo che di questa Italia-Germania tra dieci anni si parlerà ancora con gli stessi accenti di adesso. Il problema è di dormirci su. Sarebbe bello svegliarsi domenica mattina quando dovremo affrontare il Brasile" (Cit. La Gazzetta dello Sport, 19 giugno 1970).

Queste parole sono state pronunciate da Giancarlo “Picchio” De Sisti cinquant’anni orsono, il 17 giugno 1970, al termine della gara passata alla storia come “La partita del Secolo”ItaliaGermania4a3, pronunciata senza pause e scritta senza spazi, così come sono stati quei fantastici e leggendari supplementari: un susseguirsi di colpi di scena, emozioni e palpitazioni… nessuna pausa.

Abbiamo raggiunto “Picchio”, “Trottola” in romanesco, per capire se quelle frasi pronunciate a caldo da un ragazzo di 27 anni, dopo cinquant’anni, hanno un sapore o un significato diverso.

Leggiamo a De Sisti questa sua dichiarazione dell’epoca … “Intanto ho sbagliato perché ho detto che ne avremmo parlato dieci anni dopo ed invece ne sono trascorsi cinquanta e ancora ne parliamo …”, ci dice ridendo.

Partiamo dalla prima frase … “Ci vorranno un paio di giorni per renderci conto che partita abbiamo vinto e come l’abbiamo vinta …

L’abbiamo vinta sorridendo”, ci rivela il campione, “non dominando, soffrendo tanto e grazie alla volontà e alla personalità della squadra e una dose di fortuna. Tutte componenti queste che ci hanno portato alla vittoria. Abbiamo vinto perché siamo stati più bravi… mi spiego meglio.

Qualche tempo fa Sepp Maier, il tedesco, disse che noi siamo stati “catenacciari” e che ci siamo in difesa al contrario loro che, invece, avrebbero attaccato generosamente. Nella stessa intervista c’erano anche Muller, che fu abbastanza polemico, oltre a Overath e Seeler che ho trovato invece più equilibrati nelle loro dichiarazioni. Intanto dobbiamo precisare che loro sono stati in svantaggio dall’8° minuto del primo tempo, dal gol di Boninsegna, sino ad oltre il 92° minuto quando hanno trovato il pareggio con Schnellinger. Poi andarono in vantaggio con Muller all’inizio del primo tempo supplementare. Poi pareggiamo con Burgnich su un loro errore difensivo. Poi, quasi al termine del primo tempo supplementare, torniamo in vantaggio dopo un assolo di Riva in contropiede. Poi ancora Muller a ristabilire la parità momentanea intervenendo di testa con Rivera che cercava di deviare la palla. Quindi io dico… se dopo una partita di questo tipo, a pochi minuti dalla fine, dopo che hai “ripreso” la partita, non puoi criticare il nostro gioco, questo è il nostro calcio. E sono i risultati quelli che alla fine contano. Loro hanno detto che attaccavano? In quel momento erano undici tedeschi nella loro metà campo, abbiamo ribattuto il calcio d’inizio, Boninsegna-Rivera, io a Facchetti, palla a Boninsegna che ha galoppato sulla sinistra e ha crossato. Maier dovrebbe spiegarmi come fa Rivera che ha seguito l’azione a trovarsi da solo all’altezza del dischetto del rigore. Come fa…! Questi sono errori enormi, non centra nulla il fatto di giocare di rimessa. Loro erano schierati. Queste sono le ragioni della nostra vittoria finale.

Vero che loro hanno attaccato in massa in alcuni momenti, ma noi avevamo il nostro gioco: il libero staccato e con una previsione di recupero palla intorno i 35/40 metri per una rimessa veloce a innescare il contropiede rapido. Questa era la nostra arma, niente di più, niente di meno. Chiaro anche che se vai in vantaggio all’ottavo minuto non ti “butti” nemmeno in attacco. Poi certo abbiamo anche subito il loro gioco e Albertosi ha anche neutralizzato alcune conclusioni. “

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