Serie A, i dati del ReportCalcio 2019: Juventus, Inter, Milan, Roma e Napoli generano oltre la metà dei ricavi totali

09/07/2019 alle 21:54.
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I ricavi continuano a crescere, ma anche i costi e l'indebitamento. Una fotografia in chiaroscuro della situazione economico-finanziaria del calcio italiano quella che emerge dai dati del ReportCalcio 2019, lo studio della Figc realizzato in collaborazione con Arel (Agenzia di Ricerche e Legislazione) e PwC (PricewaterhouseCoopers), presentato al Senato. Presenti, tra gli altri, il numero uno della Federcalcio Gabriele Gravina e il sottosegretario con delega allo Sport, Giancarlo Giorgetti. Tra i dati in positivo, quello sui ricavi: il valore della produzione dei tre campionati professionistici nella stagione 2017-2018 presa in esame ha infatti superato per la prima volta i 3,5 miliardi di euro, con un aumento del 6% rispetto all'anno precedente.

A fare da traino è la Serie A con oltre 3 miliardi (+5,7%), ma il gap tra grandi e piccole squadre è ancora troppo marcato, con oltre la metà di questa cifra (54%) generato da soli 5 club: , , Roma, Milan e . La principale fonte di ricavi continua a essere rappresentata dai diritti tv, che nonostante una leggera flessione (-0,6%) continuano a pesare per circa un terzo del valore complessivo, mentre la crescita più significativa è da attribuire ai ricavi da ingresso stadio (+22,4%), nonostante gli impianti italiani in media risultino sempre più vecchi con un'età media di inaugurazione di ben 61 anni in serie A. L'altro rovescio della medaglia è rappresentato dall'indice di indebitamento del calcio italiano, che sfiora i 4,27 miliardi di euro, con un +6,4% del debito rispetto alla stagione precedente e un risultato netto peggiorato in maniera significativa fino a toccare i 215 milioni di euro, segnando un -37,8%.

Dati negativi rilevati dallo stesso Giorgetti con una metafora in chiave Ue: "Non è tutto oro quel che luccica nel calcio italiano: se ci fosse un commissario dell'Unione Europea a valutare il sistema calcio, il rapporto debito/Pil sarebbe del 120%. Siete meglio dello Stato italiano, ma non troppo…", dice il sottosegretario. Apprezzando però lo sforzo della Federcalcio di fotografare anche più ampiamente l'impatto socio-economico del calcio in Italia, che ha superato i 3 miliardi di euro nella stagione 2017-2018. Per questo Gravina parla di "ruolo fondamentale giocato dal calcio italiano nel sistema paese, sotto il profilo economico fiscale e sociale" e "per distacco il principale sistema sportivo italiano", tanto che "all'interno del Coni incidiamo per il 24% di tesserati e per il 22% di società affiliate. Un trend incredibilmente in crescita", rileva ancora Gravina. E a fronte del solito 1,2 miliardi di gettito fiscale il capo del calcio italiano rivendica: "Negli ultimi 11 anni abbiamo versato 11,4 miliardi di euro al Fisco e ricevuto 749 milioni di euro: per ogni euro che il governo italiano ha investito nel calcio, ha ottenuto un ritorno di 15,2 euro. Un dato che a mio avviso deve far riflettere un po' tutti".

Magari in sede di ripartizione dei prossimi contributi che saranno decisi per il primo anno da Sport e Salute: "Tutti - ammette infatti Giorgetti - avrebbero l'interesse a far sì che il calcio vada bene anziché criticarlo". Positivo il boom del calcio femminile: solo negli ultimi 10 anni le calciatrici tesserate sono infatti aumentate del 39,3% passando da 19.000 a 26.000. E sul semi professionismo Gravina non risparmia una frecciata al sottosegretario Valente: "Dire che esiste già una legge è un gravissimo errore di interpretazione. La legge c'è ma è del 1981...". Su questo Giorgetti ha rassicurato: "Lo stiamo facendo, ci sono le deleghe al governo per rivedere tutto il professionismo sportivo".

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