Conferenza stampa, MOURINHO: "Col Feyenoord per scrivere la storia, Mkhitaryan pronto per giocare" - PELLEGRINI, MANCINI: "La partita più importante della carriera" (FOTO e VIDEO)

24/05/2022 alle 17:27.
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Dopo la rifinitura a Trigoria, la Roma è volata a Tirana dove domani andrà in scena la finale di Conference League contro il Feyenoord. All'Arena Kombëtare, dopo il giro di ricognizione in campo, José Mourinho presenta la sfida contro gli olandesi in conferenza stampa, accompagnato da Lorenzo Pellegrini e Gianluca Mancini. Le loro dichiarazioni:

L'intervento di Mourinho:

È stato un lungo viaggio, iniziato il 19 agosto e in mezzo 9 mesi di un bellissimo percorso e 55 partite ufficiali. Arriva qui con quale consapevolezza?
"È vero, siamo arrivati alla fine del percorso di questa stagione con due finali da giocare in 4 giorni. La prima finale ci dava quello che meritavamo e quello che era il nostro obiettivo dal primo giorno, cioè giocare in Europa League la prossima stagione e migliorare la classifica. In quella finale non si poteva scrivere la storia, ma finire il lavoro di una stagione e raggiungere un nostro obiettivo, ma senza scrivere la storia. Per la Roma finire in una posizione di qualificazione in Europa League è normale. Questa finale è storia, che è stata già scritta per arrivare qui e giocare una finale europea dopo tanti anni, ma quando arrivi in finale devi fare tutto il possibile per scrivere la vera storia, cioè vincere la finale".

Lei aveva detto che doveva contenere l'euforia, come sta la squadra psicologicamente? E come sta Mkhitaryan?
"Lo abbiamo fatto prima di Torino, era una partita difficile ed era importante il focus, sapere che giocare una finale ha un livello alto di tensione e non c'era bisogno di avere una doppia tensione giocare qui per la coppa e la qualificazione di Europa League. Abbiamo tolto questo, siamo qualificati. L'obiettivo è stato raggiunto, è stato il miglior modo di pensare solo a questa finale. Io e il mio staff da venerdì sera siamo insieme a Trigoria, non siamo mai usciti e non siamo andati a casa, ovviamente non potevo chiederlo ai giocatori. I giocatori stanno molto bene, con concentrazione, tensione giusta e gioia, perché serve anche la gioia. Stiamo bene. Oggi Mkhitaryan si è allenato per la prima volta con la squadra, è stata una sessione molto piccola senza significato in riferimento al lavoro per la finale visto che era aperta alla stampa. Non dico fosse una seduta fake, ma di base. Per Mkhitaryan è importante per le sue sensazioni, mi fido della sua esperienza, conosce bene il suo corpo: alla fine dell'allenamento mi ha detto di sentirsi bene e di essere a disposizione per giocare".

Venendo qui c'è attenzione per la partita, nei confronti della Roma e nei suoi confronti. La sua esperienza, il suo carisma, la sua leadership può fare la differenza al di là dei valori delle squadre?
"Penso di no, la gente svaria nell'analisi. L'unico motivo per cui esiste questo feeling a favore della Roma è perché abbiamo un giocatore albanese, è la cosa più logica. Se la Roma vince, un albanese alza la coppa. Questo ha un significato. Ho giocato una Supercoppa europea, Manchester United-, in Macedonia del Nord ed è stato bellissimo. Qui a Tirana è lo stesso, è un momento importante per loro e lo meritano come Paese. Lo stadio è molto bello, ma è un peccato per la capienza. Sono molto contento di giocare qui. Mi sono dimenticato che hai fatto 3-4 domande insieme...La leadership può fare la differenza? Penso di no: le finali sono le ultime partite della stagione e quando arrivi all'ultima partita il lavoro è fatto. Per noi che abbiamo giocato venerdì non c'è niente da fare in questi 2-3 ultimi giorni. La leadership non si può mettere sul tavolo o produrre un effetto per 2-3 giorni, tutto fa parte del processo. Domani è il giorno dei giocatori, noi allenatori siamo fuori. Noi cerchiamo ovviamente di aiutare, di leggere la partita ma il lavoro è fatto e domani è solo l'ultima partita, che fortunatamente è una finale. Dico fortunatamente perché quando arrivi in finale puoi essere solo felice e giocare con l'atteggiamento giusto".

Questa sua serietà è perché è una finale o ha qualche pensiero in più?
"È una finale. Fino a domani non c'è nient'altro nella mia testa, niente, solamente la finale. È il modo di essere, l'esperienza non aiuta. Pensavo che potesse aiutarmi, ma non aiuta. Il modo di essere e sentire è uguale alla mia prima finale, non cambia dopo 20 anni. Se mi vedi più serio magari è concentrazione, il mio modo di prepararmi. Penso solo a questo".

Lei è anche un allenatore scaramantico?
"No, no, non lo sono. A volte litigo con qualcuno che lo è".

Quindi non ha nulla da dire che ci saranno 50mila persone all'Olimpico a vedere la partita sugli schermi? A Roma non è andata sempre bene, qualcuno ha paura.
"No, il sostegno e la passione dei tifosi può solo fare bene. Se la Roma qualche volta ha perso una finale con gente all'Olimpico davanti agli schermi, non è sicuramente colpa loro. Mi hanno chiesto con che maglia giochiamo domani, se con quella di questa stagione o della prossima, e ho detto che non voglio saperlo. È uguale. Non sono scaramantico".

Come sta la sua caviglia colpita da Kumbulla? E qual è il futuro del difensore? Se vince domani, può diventare l’unico tecnico che ha conquistato tutte le coppe europee.
"Se vinco".

Se vince.
"Non sono scaramantico, è la verità (ride, ndr). Non mi piace parlare di 'se', vediamo. Marash mi ha fatto veramente male. Scherzando, di tutti i giocatori che potevano colpirmi, avrebbe dovuto essere l'ultimo a poterlo fare perché è il più pesante. Pensavo di andare alla partita con le infradito perché il piede non entrava nella scarpa. È un bravo ragazzo e un bravo giocatore, ha imparato tanto e il prossimo anno sarà con noi al 100%. Ha potenzialità per diventare ancora più bravo".

Come mai le squadre olandesi non vincono mai le finali?
"Non è vero. L’Ajax ha vinto delle finali, il PSV ha vinto la . Il Feyenoord ha vinto la Coppa UEFA. Voi avete una straordinaria storia".

La sua prima impressione del Paese? Molte persone mi hanno detto di chiederle cosa può fare uno Special One per un match speciale?
"Hai parlato in inglese? Pensavo in albanese (dice ridendo e togliendosi le cuffie, ndr). Questa storia dello Special One è vecchia. È una storia quando sei agli inizi. E quando sei più maturo, hai maggiore stabilità, pensi molto di più alle persone e meno a te stesso. Quindi, per me questa cosa dello Special One è davvero una vecchia storia. Domani posso fare quello che ogni allenatore può fare, ossia cercare di aiutare. Non credo alle pozioni magiche, non credo nei momenti magici. Quando arrivi a una finale dopo quasi un anno, il lavoro è fatto. Questo è il momento della squadra, è la squadra che gioca domani. È il nostro momento, non lo è di un singolo individuo. Non dobbiamo fare niente di speciale, dobbiamo essere solo noi stessi, come una squadra, conoscendo le nostre qualità e i nostri limiti. Sei una buona squadra se riesci a nascondere questi piccoli problemi che ogni squadra ha e noi ne abbiamo alcuni. L'Albania? Onestamente è la prima volta che vengo. È uno dei paesi in cui non ho giocato, sono felice di essere venuto. Non ho visitato la città, sono felice dell'aeroporto. Quando abbiamo giocato contro il Vitesse siamo stati in aeroporto per due ore. Non so perché ma ci sono stati troppi controlli, come fossimo criminali e stessero cercando qualcosa. Il campo è buono, lo stadio è molto bello e penso che sia stato criticato perché non può contenere 50-60mila persone. Ma l'Uefa non deve essere criticata per avere portato il calcio ovunque, per avere portato il calcio in Paesi emergenti. Sono felice di essere qui e di giocare questa finale albanese, se si può definire così".

Zaleswki ha avuto una brutta prima parte della stagione, ora è sorpreso da lui? In futuro in che posizione lo vede?
"Non sono d'accordo quando dice che ha avuto una brutta prima parte di stagione, quello è stato forse il momento più importante della sua carriera. La realtà è che un anno fa giocava in Primavera e in questo momento gioca in prima squadra. Questi mesi sono stati importanti per la sua carriera. Riguardo la sua posizione, ad essere onesto, può giocare ovunque. È un aspetto positivo per i giocatori? La gente ha diverse opinioni. Il mio pensiero è che quando hai 20 anni e hai la possibilità di giocare, difensore centrale o centravanti non conta, devi giocare. È un bravo ragazzo, un bravo studente. Ha un grande futuro per noi e per la sua Nazionale".

La Roma ha giocato due finali, il designatore Rocchi ha parlato oggi anche degli errori arbitrali. Comunque vada domani la finale, questa stagione è positiva per lei?
"Per me sì, è una stagione positiva".

Ha dei dubbi di formazione? Ha fatto giocare Spinazzola anche titolare, ha delle concrete possibilità o è un premio?
"Non è un premio, è un giocatore disponibile per domani. Dieci mesi fuori sono tanti, ha lavorato tanto per tornare, gli mancavano minuti e sensazioni. Gli mancava quello che ha avuto col Torino cioè 75 minuti in campo, che sono diversi dai 7-8 minuti di Firenze. Le sensazioni di Torino sono state positive, domani è un'opzione per noi".

L'intervento di Pellegrini e Mancini:

Per Pellegrini: cosa ha di più la Roma rispetto al Feyenoord?
"Penso sia una finale, sarà una partita decisiva. Non mi sento di dire che la Roma abbia qualcosa in più o che il Feyenoord abbia qualcosa in più. Mi sento di dire che faremo di tutto per vincere, ce la giocheremo con determinazione, cercando di coronare il percorso di crescita fatto con questa vittoria".

Per Mancini: quali sono gli elementi da temere?
"Non bisogna temere niente in una finale. Abbiamo studiato il Feyenoord, dal centrocampo in su hanno qualità, come noi. In finale arrivano le due squadre che hanno fatto meglio nel torneo. Domani è 50-50%, abbiamo preparato la partita in questi cinque giorni e sappiamo cosa dobbiamo fare. Siamo pronti ad affrontare punti deboli e forti".

Per Pellegrini: cosa dirai ai compagni domani nel tuo discorso?
"Credo che una finale sia diversa dalle altre partite, mi sento di dire realmente ai compagni un 'grazie'. Al di là di come vada, e vogliamo che vada in un senso e ci proveremo, ci terrò a ringraziarli. È stato un anno bellissimo, in cui tutti ci siamo sempre sacrificati l'uno per l'altro, abbiamo sofferto e gioito insieme. Questo rende un gruppo e una squadra vera. L'ho detto da un paio di settimane che finalmente siamo una squadra vera, è una sensazione che ho da un po' di tempo. Per me che sono il capitano quando si ha la sensazione di avere a che fare con una squadra vera è tutto più semplice".

Per Mancini: per un difensore con le tue caratteristiche, molto aggressivo, cambia qualcosa in finale?
"Mi stai chiedendo se prendo il giallo? Chiaramente le finali si giocano su tanti aspetti, quello mentale per i difensori è il più importante. È importante vedere e capire quello che fanno gli avversari, bisogna essere sempre lucidi e in finale di più. Il mio modo di giocare è essere aggressivo e tenere gli avversari spalle alla porta, ma domani con più concentrazione rispetto al solito".

Per entrambi: un messaggio per i tifosi?
Pellegrini: "I nostri tifosi sono stati incredibili, ci hanno sempre sostenuto. Quindi direi che siamo a fine stagione, sarà una partita importantissima per noi e per loro. Possiamo rassicurarli: domani la Roma scenderà in campo e darà tutto quello che ha in corpo per vincere la partita".
Mancini: "Sono stati unici, ci hanno dimostrato tantissimo in casa e fuori. Una parte sarà qua domani e una parte all'Olimpico. L'unica cosa che possiamo fare è dare tutto in campo e portare a casa qualcosa di unico".

Per entrambi: cosa ne pensate del Feyenoord che è più riposato? Avete parlato con Kumbulla dell'entusiasmo della città?
Mancini: "Le parole del mister sono vere, se fossimo stati quinti avremmo potuto giocare le ultime tre partite diversamente. Invece ci siamo complicati le cose da soli. Domani è una finale, possiamo giocare anche 300 minuti e daremo tutto per la vittoria. È l'ultima partita della stagione, non si deve far sentire la stanchezza, stiamo bene mentalmente e fisicamente. Marash ci ha raccontato subito dopo il Leicester, ci ha detto che qui tifano per la Roma e siamo felici di questo".

Per Pellegrini: oggi sono 14 anni che la Roma non alza un trofeo, avresti mai immaginato di vederti qui?
"14 anni fa ero con la mia famiglia, sono tutti tifosi della Roma. Non avrei mai pensato di essere qui, di poter giocare questa partita così importante per tutti, per noi, per i tifosi e per la società. Quest'anno abbiamo fatto un ottimo percorso, che ci ha fatto crescere sempre di più, ma a chi non piacerebbe portarsi qualcosa a casa che rimane per sempre? La partita va presa con gioia e serenità, siamo determinati e concentrati. Spero che possa diventare uno dei giorni più belli della mia vita".

Per Pellegrini: il fatto di essere romano e romanista e sognare di alzare la coppa ti dà più responsabilità?
"Sì, sono responsabilità belle da prendersi. Se vuoi arrivare ad un certo punto della tua carriera in cui riesci a vincere qualcosa, diventa la normalità prenderti delle responsabilità. Sarei contentissimo di vincere, ma legare questa cosa solo a me perché sono il capitano e sono nato a Roma è sbagliato. La squadra la fanno tutti i componenti. Quando dico che siamo migliorati e stiamo diventando una squadra vera mi riferisco a 360°, a tutte le persone che sono intorno a noi. Si avverte un feeling per cui se domani dovessimo vincere questo gruppo penserebbe a vincere subito altro".

Per Mancini: c'è stato un momento in cui si è accesa una scintilla?
"A dir la verità da inizio stagione il nostro obiettivo era la finale. Ovviamente è più facile con le parole. Siamo partiti nel girone pensando che fosse 'la coppa dello scherzo', poi abbiamo preso una grandissima batosta a Bodo. E abbiamo capito che in Europa devi stare sempre concentrato e dare il massimo. Poi a mano a mano affrontavamo ogni partita per raggiungere la finale. È un lavoro di 14 partite iniziato ad agosto e siamo arrivati fino ad oggi, ci manca l'ultima cosa per fare qualcosa di unico".

Per entrambi: è la partita più importante della vostra carriera?
Pellegrini: "Per me assolutamente sì. È la prima finale che l'opportunità di giocare, la prima partita che può regalarmi un trofeo e in più la faccio con questa maglia addosso. Non potrei desiderare partita migliore".
Mancini: "Vale lo stesso per me. Ho fatto una finale di Coppa Italia, ma una finale europea è diversa ed è un percorso più difficile, quindi sì è la più importante".

Per Mancini: Abraham ti ha chiesto il favore personale di fermare Dessers?
"Non solo a me, ma per tutta la squadra. L'ho studiato, l'ho visto, è un buon attaccante, Abraham è più forte. Spero che Tammy alle 23.30 sia il capocannoniere di questa competizione".

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