Inversioni di marcia

23/12/2022 alle 13:54.
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LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Rispetto per chi ha preso una posizione. Viviamo di pregiudizi. Positivi e negativi. Ci sono persone che ci piacciono a pelle. Altre con cui non leghiamo, e l'assenza di empatia ce la porteremo dietro per sempre. È sempre meglio prendere posizioni impopolari, purché non studiate a tavolino, che fare scelte di comodo, altrettanto studiate a tavolino, fatte per seguire l'onda. Che Mourinho dividesse era chiaro. L'adorazione dei molti contro lo scetticismo dei pochi (eufemismo). Libero arbitrio. Scelte di intuito o legate al modo di vivere, in questo caso di vivere il calcio.

Primo anno faticoso per risultati e piazzamento in Italia, fra campionato e coppa Italia. Trionfale in Europa. Secondo anno nato con le migliori premesse, poi alla vigilia della seconda di campionato si spezza la gamba di Wijnaldum e si spezza in parte l'onda lunga della magia. Che da Tirana passando per l'olandese, Dybala, Matic e Belotti portava la Roma sulla bocca di tutti, anche dei media nazionali. Il riscontro del campo era traumatico, niente di irreparabile, ma la Roma di aprile e maggio, solida e impenetrabile, era sparita.

Lunga sosta per i mondiali introdotta nel peggiore dei modi. Due punti su nove, anche per colpa del derby perso senza tirare in porta, una manna per Sarri. Qatar. Via il Portogallo, giustiziato dal Marocco, via Fernando Santos, dentro le voci sulla federcalcio lusitana che per sostituirlo vuole il più grande di tutti. Mourinho, appunto.

La cronaca la conosciamo, peccato che venga interpretata a piacimento. Lo ribadiamo, lo diciamo da tempo. Il Portogallo, semmai fosse, sarebbe la conseguenza e non la causa. Ma vallo a spiegare. Formiche impazzite Sgomitano. Intruppano. Bruciano, forse, ancora, i due anni di sale sulla ferita aperta dal buco preso quando quasi tutti reputavano delirante chi parlava di Mourinho alla Roma. Si cerca di recuperare. In modo frettoloso, approssimativo, affannoso. Cercando lo scoop, affidandosi a fonti inaffidabili. Si cerca gloria girando la frittata.

Mourinho l'eroe, l'orgoglio di un popolo, il dio sceso in terra, la benedizione, quello che sa come si fa, diventa un presunto traditore, uno che accanna. Vecchio modo di fare. Vado dove mi porta la corrente, mica il cuore. Fino a ieri speravo nella santificazione, oggi lo infilo nel girone dei fedigrafi, dei traditori. Debolezze umane. Basta una mezza, banale in quanto fisiologica, notizia scritta in Portogallo e si traggono conclusioni apocalittiche. Ripetiamolo come un mantra.

Mourinho può lasciare la Roma? Sì. Lo scriviamo e lo diciamo da due mesi. Con la serenità di chi scrisse per venti giorni che poteva venire alla Roma mentre chi leggeva invocava un TSO. Il pelo sullo stomaco non mancava, ma neanche serviva. Non c'è in ballo la fame o la pace nel mondo. In quanto a fonti (fonte) attendibili (attendibile) non c'è nulla da invidiare a nessuno.

Mourinho può lasciare la Roma, come un mantra, appunto, ripetiamo che qualora fosse, ma non è scontato, non sarebbe perché il Portogallo è l'occasione della vita che gli fa chiudere la vena. Il Portogallo sarebbe la conseguenza. La causa andrebbe ricercata, eventualmente, nell'impossibilità di mantenere l'intesa sul progetto tecnico. Per via del fair play finanziario e per colpa di una squadra che finora non ha risposto come l'allenatore si aspettava. Può lasciare la Roma, forma ipotetica. Perché magari parlando con Friedkin sta cercando di capire se il proprietario può fare all in, sbarrando la strada che porta a Trigoria a calciatori e dirigenti che anche grazie a Mourinho hanno goduto di un credito infinito.

Il rinnovo? Non sarebbe una questione di soldi ma di condivisione di progetti futuri. Scenari. Ipotesi. Non sentenze. Quelle non sono ancora state emesse ma c'è già chi ci fa la scarpetta.

In the box - @augustociardi

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