Vincere con le big non è vitale

01/03/2024 alle 13:55.
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LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Senza fare esempi eccellenti tornando ai tempi in cui la Roma di Liedholm vinse lo scudetto perdendo entrambi gli scontri diretti con l'antagonista Juventus, nei campionati imperfetti attuali per centrare gli obiettivi, a meno che non si sia particolarmente attardati in classifica, può bastare vincere con le squadre meno forti e non per forza bisogna battere le dirette rivali. Certo, banalità suprema, sarebbe opportuno quantomeno non perderle certe sfide. Ma la Roma di De Rossi dimostra come si possa stare a stretto contatto (più o meno) con le squadre messe nel mirino facendo ciò che natura vuole che si faccia. Vincere con Verona, Salernitana, Cagliari, Frosinone e Torino. Poi contro l'Inter oggi perde chiunque. Anzi, la Roma è l'unica squadra ad avere realmente tenuto testa ai nuovi campioni d'Italia. Ed è stata brava a rialzarsi subito, mettendo subito in fila due vittorie consecutive.

Il problema del ritardo è stato causato all'andata. La Roma di Mourinho ha fatto 29 punti in 20 partite. La Roma di De Rossi ne ha fatti la metà giocandone appena 6. Alt, stop alle insinuazioni. Non c'è nessun riferimento velenoso, è un semplice dato statistico. Anche perché oramai di Mourinho parlano solo quelli che hanno finto di amarlo per due anni e ora riversano bile manco fosse Pol Pot. I riferimenti passati sono soltanto atti a mostrare come si sia cambiata marcia. L'esempio di come si dovrebbe stare al mondo lo ha fornito l'Olimpico durante Roma-Verona: grazie Mourinho per ciò che è stato, ma ora avanti con De Rossi per quello che sarà. Semplice semplice. E, secondo alt, teniamo anche a mente che non è scontato che da qua a fine torneo la Roma tenga questo passo da ritmo scudetto. Magari potesse, perché significherebbe che arriverebbe nella peggiore delle ipotesi seconda. Quindi, anche a fronte di ipotetici stop, la Roma attuale, in salute, bella a vedersi e anche molto pratica, abile nel riprendere partite che mettevano a rischio la possibilità di vincere, specie le ultime due, rimarrà comunque agganciata al treno giusto. Anche perché, come già evidenziato, si misura con squadre non meno imperfette di quanto essa sia.

L'Atalanta double face ha appena fatto un frontale con l'Inter che poteva in teoria essere distratta dagli impegni europei e dalla certezza di vincere il titolo a prescindere dal risultato del Meazza nel recupero. Serpeggiava la sensazione che i ragazzi di Gasperini potessero ottenere quantomeno un punto. Invece l'Inter ha confermato di avere il vizio del poker, spazzandoli via senza remore. E l'Atalanta ora ospita il Bologna. Quindi almeno una delle due lascerà punti per strada. Ecco perché la Roma pur puntando alla vittoria, qualora non ci riuscisse avrà comunque la possibilità di fare calcoli leggendo la classifica. A maggior ragione perché la Lazio, che in parte ha riabilitato la Fiorentina, sta vivendo malumori interni e comunque è attardata in classifica. Stanno pure per tornare le coppe, e ora in Europa il gioco si fa duro sul serio.

L'unico vantaggio è per gli ex intrusi di Thiago Motta, che come la Juventus giocano una volta a settimana. E sono i più in forma della Serie A. Se continuassero a inanellare vittorie anche negli scontri diretti ci si toglierà il cappello rendendo onore a uno dei Bologna più forti degli ultimi sessant'anni. Fino a quel momento, magari sperando nell'apertura della Champions League alla quinta classificata, la Roma dovrà proseguire mentalmente lungo la strada imboccata. Mentalmente, pure se dovesse lasciare qualche punto per strada. Perché è stava brava a rigenerare e riaccendere il motore quando sembrava che la testata fosse fusa. Ora, con in mezzo il Brighton, ci sono Monza e Firenze. Due trasferte insidiose. La Roma può battere entrambe? Certo che sì. Ma anche in caso di 4 punti su 6 non bisognerebbe suonare le campane a morto. Perché di sicuro le due che ha nel mirino non scapperebbero via. Non soltanto perché stanno per incrociarsi.

In the box - @augustociardi75

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