IL PUNTO DEL LUNEDÌ - ZAZZARONI: "La Roma è Mourinho, che trae il massimo da quello che ha" - CONDÒ: "Momenti dominanti alternati a brividi"

03/04/2023 alle 09:23.
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Dopo la vittoria contro la Samp, sulle colonne dei quotidiani si parla della prestazione giallorossa: "La Roma è ripartita dalle ceneri del derby con una delle sue prestazioni scostanti: momenti dominanti alternati a brividi, molte occasioni fallite, c'è voluta la superiorità numerica per distanziare la Samp, e a quel punto dilagare", scrive Paolo Condò. Esalta il tecnico Ivan Zazzaroni: "La Roma è Mourinho che trae il massimo da quello che ha, cava il sangue da una rapa"


Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.


C. SAVELLI - LIBERO

(...) Mourinho resta un maestro: racconta da mesi la stagione della Roma come una perenne lotta contro società e rose più forti. Così l'essere lì, a pari con l', è tutto di guadagnato. Quando trova una delle migliori partite stagionali? Quando le assenze obbligano Mou a cambiare modulo, passando al . (...)



A. SORRENTINO - IL MESSAGGERO

(...) Lazio seconda per distacco: applausi. Come quelli per Wijnaldum, che sblocca se stesso e la Roma, con un gol di quelli per i quali è stato chiamato qui. Ha bisogno di queste scudisciate improvvise la Roma pachidermica di Mourinho, in versione Fled Flinstone con la clava, almeno quanto la Lazio va col piumino di cipria. Anche con la Samp si batte e vince di forza, mai per aggiramento ma sempre per corpo a corpo, nemmeno col necessario cambio di modulo, e prevale solo quando l'avversario rimane in 10. Solo a quel punto la partita la decidono i migliori in assoluto, per carriera e per talento: Wijnaldum, Matic e Dybala, che emergono quando gli altri si flettono. A proposito di flessioni: sarebbe interessante capire cosa frena, limita o affligge il capitano Pellegrini, più o meno da inizio stagione. Se tornasse a mostrarsi come sa, e con l'aiuto degli altri tre, la Roma potrebbe non avere limiti.


T. DAMASCELLI - IL GIORNALE

(...) Ma accade e così anche ieri, a parte il Maradona, perché assistere a Newcastle-Manchester United o - Valladolid, dico dell'intensità agonistica supportata dalla qualità tecnica, per poi cambiare la visione su Roma-Sampdoria o Monza-Lazio, è stato come passare dai Beatles ai Cugini di Campagna, con annessi i cori schifosi e razzisti della curva romanista contro Dejan Stankovic (ma non ci saranno proteste in parlamento come con gli ultras laziali). (...) Della Roma si può scrivere che è stata agevolata dall'espulsione di Murillo decisa dal sopravvalutato Irrati. Ma ora l'attesa è rivolta a mercoledì dodici, San Siro Meazza, Milan-, . Tutto il resto è noia. (...)



P. CONDO - LA REPUBBLICA

(...) . La Roma è ripartita dalle ceneri del derby con una delle sue prestazioni scostanti: momenti dominanti alternati a brividi, molte occasioni fallite, c'è voluta la superiorità numerica per distanziare la Samp, e a quel punto dilagare. La nota lieta è finalmente Wijnaldum: segnaliamo da gennaio il potenziale nascosto sulle grandi panchine, da Pogba a De Ketelaere a Lukaku, era ora che uno di questi,  l'olandese della Roma, dimostrasse che non si trattava di parole al vento. Mourinho poi è stato bravo a fermare gli insulti della curva a Stankovic: la personalità non si compra al mercato, ma vedere un protagonista in campo preoccuparsi del trattamento di un avversario, suo vecchio pupillo, ma questo cambia poco, è una scena che lascia qualche speranza. (....)


I. ZAZZARONI - CORRIERE DELLO SPORT

La Roma è questa. Capace di vincere o perdere con chiunque. Portata a concedersi piccole, evitabili sofferenze anche nella partita più semplice, contro l'avversaria più arrendevole. La Roma non sa, né può essere, diversa da com'è. La Roma è applicazione, disponibilità, voglia di fare, mai di strafare. E anche distrazione, spesso fatale. La Roma è innanzitutto una coperta corta, non tanto numericamente, quanto qualitativamente. (...) Confesso che non mi ha entusiasmato, la Roma che ha raggiunto quota 50 punti: ha ruminato calcio, cambiato più volte disegno, creato e sbagliato tanto, troppo, sotto porta. I primi dieci minuti la sua parte migliore. Dopo l'espulsione di Murillo la partita che non c'era mai stata si è definitivamente risolta. La Roma è Mourinho che trae il massimo da quello che ha, cava il sangue da una rapa, draws blood from a turnip. A una tifoseria sempre presente che non si preoccupa particolarmente dell'estetica, dello spettacolo: procede di fede, dî fiducia nella sua guida (...)


T. CARMELLINI - IL TEMPO

Tre a zero e passa la paura. Anche se il risultato «comodo» della sfida in programma ieri pomeriggio all'Olimpico contro la Sampdoria, può trarre in inganno. Perché fin quando i liguri sono rimasti in undici la partita era molto più che una passeggiata per i giallorossi. Lo si sapeva alla vigilia, perché Stankovic con la Roma ha più di un conto in sospeso: come l'Olimpico ha tenuto a ricordagli durante la gara con cori non degni di un pubblico di questo livello (e infatti Mourinho ha provato a far scendere i toni facendo chiari segnali alla Sud). La svolta arriva dopo il fallo di Murillo su Abraham che gli vale il secondo giallo e lascia i suoi in dieci. Nemmeno il tempo di rimettersi in piedi e arriva la prima sberla giallorossa: secondo gol consecutivo in casa di Wijnaldum che fa esplodere l'Olimpico e mette in discesa la serata di Mourinho & Co. Ma la Roma non la chiude subito e bisogna aspettare la ripresa quando Dybala dal dischetto e poi a tempo scaduto sigillano il tre a zero che rimette i giallorossi nella corsa . Mourinho si ritrova quarto in condominio con l' in caduta libera a quota cinquanta punti, a meno uno dal Milan terzo e a cinque lunghezze dalla Lazio di Sarri che viaggia serena al secondo posto in classifica. I numeri della serata dicono anche altro: l'olandese reduce dal bruttissimo infortunio che gli ha compromesso la prima stagione a Roma conferma la crescita, segna il gol che sblocca la partita e subisce il fallo da rigore che manda sul dischetto Dybala. Il campione del mondo argentino segna il suo decimo gol stagionale con la maglia della Roma e fa un paio di cose alla sua maniera che mandano in tilt l'Olimpico a un passo dall'ennesimo sold out stagionale. Ma soprattutto arriva l'ottavo clean sheet per i giallorossi che sembrano aver ritrovato la nota solidità difensiva, smaltito le tossine del derby e tornano a correre anche in campionato. Tra le cose positive un solo neo: Abraham. L'inglese sempre più nel suo tunnel, non riesce mai a trovare il passo, per non parlare del gol. Si innervosisce a ogni azione, subisce molti falli ma ormai sembra essere anche lui in preda alla sindrome di Zaniolo: gli arbitri non gli fischiano nulla anche quando lo meriterebbe. Difficile immaginare ancora un futuro insieme. Meglio, paradossalmente, Belotti che ogni volta entra e trova il suo posto in campo, lavora e fatica per tutti e si è creato uno spazio, non solo nello schema tattico di Mourinho, ma anche nel cuore dei tifosi giallorossi che premiano la sua abnegazione. Però la vittoria è già finita, bisogna restare sul pezzo perché sabato c'è la trasferta a Torino che diventa un'altra partita da non sbagliare. Il gruppo è tutto lì, le porte restano aperte, ma è chiaro che da qui in poi andrà avanti chi sbaglia meno.

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