
C'è Roma anche senza Dybala. La prima senza Paulo regala tre punti pesantissimi a Lecce, campo che nelle ultime stagioni non aveva dispensato sorrisi (...). Una vittoria (la settima consecutiva) resa ancora più fondamentale dopo un copione che aveva visto come al solito i ragazzi di Ranieri sprecare l'impossibile nel primo tempo con Angeliño e Koné, vedersi annullato un gol a Mancini per una questione di centimetri nella ripresa, certamente più sofferta. Poi, dal nulla, l'acuto di Dovbyk. Un gol di potenza, di rabbia, voluto e cercato dopo una partita nella quale l'ucraino aveva trovato un marcatore formidabile (...). Tre punti d'oro per la classifica, dopo le vittorie di Bologna e Juve, ma soprattutto perché arrivati senza Paulo. E se la Roma si mette in testa che si può giocare a pallone e vincere anche senza la Joya, il finale di campionato si profila alquanto interessante.
Dal via la Roma è viva, (...). Il problema, come al solito, è che per segnare un gol, la Roma deve prima sbagliarne tre o quattro. E così prima Dovbyk si fa murare (...), poi Angeliño non riesce ad approfittare dell'indecisione di Falcone (...). Lo spagnolo, (...) a porta completamente vuota spedisce clamorosamente a lato. Ma il peggio deve ancora venire: (...) Koné recupera la palla ma da 7-8 metri con lo specchio spalancato non trova di meglio che centrare il numero uno. Ranieri cammina su e giù nell'area tecnica masticando amaro. (...). Stavolta il tiro al bersaglio non produce invece effetti e anzi, ci vuole Svilar per salvare su Gallo. (...) Manca l'estro di Dybala, (...), anche se Soulé non dispiace nel ruolo di ricamatore tra le linee.
Così quando ad inizio ripresa si riparte, la certezza è che il copione rimanga lo stesso. E invece no. La Roma resta negli spogliatoi, (...). Dopo il vantaggio annullato per una questione di centimetri a Mancini sugli sviluppi di un calcio d'angolo, Claudio si gioca la doppia carta Baldanzi-Shomurodov: ad uscire Pellegrini e Soulé. (...) Un 3-5-2 che placa l'euforia dei salentini e regala l'ultimo quarto d'ora all'assalto dal quale esce di prepotenza Dovbyk. Un altro gol che sblocca la gara, da tre punti. Sono ben 9 su 16 reti. Ok, non avrà la classe di Dzeko o la cattiveria di Batistuta ma come primo anno anche da queste parti abbiamo visto di molto peggio. E la stagione deve ancora finire. Per lui ma soprattutto per la Roma.
(Il Messaggero)