Scommesse sui siti illegali, indagati 12 calciatori di Serie A: presenti Paredes e Zaniolo

11/04/2025 alle 11:25.
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Un milione mezzo di euro sequestrati, cinque richieste di arresti domiciliari, una dozzina di calciatori di serie A indagati dalla Procura di Milano. [...] Ma è un fiume di soldi quello che – sulla scorta di quanto emerso dai telefoni sequestrati nell’ottobre 2023 dalla GdF di Torino al centrocampista del Milan e della nazionale Sandro Tonali (oggi al Newcastle) e al centrocampista della Juventus Nicolò Fagioli (oggi alla Fiorentina) – numerosi calciatori di Serie A hanno riversato nelle tasche di due gestori di piattaforme illegali di scommesse online (Tommaso De Giacomo e Patrick Fizzera), i quali per gli inquirenti si sarebbero fatti aiutare dai tre amministratori (Antonio Scinocca, Antonio Parise e Andrea Piccini) di una gioielleria milanese adoperata come ingegnosa «banca» per regolare in maniera occulta i conti delle scommesse.

I calciatori, infatti, prima si vedevano fare largo credito dagli organizzatori delle scommesse, e poi, man mano che il debito si faceva oneroso, venivano indirizzati alla gioielleria affinché in apparenza pagassero con bonifici perfettamente tracciabili il prezzo di Rolex e di altri orologi di lusso. [...]

Una ventina di calciatori sono indagati per il comma 3 della medesima legge del 1989, e cioè per l’ipotesi (dedotta dall’esame delle chat sequestrate a Tonali, Fagioli e De Giacomo) che nello stesso periodo abbiano partecipato sulle piattaforme illegali organizzate da De Giacomo, Frizzera e Marinoni non a scommesse sul calcio ma a giochi non autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, in particolare alle partite di poker su tavoli online all’interno dei quali era possibile per gli organizzatori creare «stanze chiuse» protette da password e decidere i partecipanti al gruppo di gioco. [...]

Tra essi gli inquirenti ritengono di annoverare il centrocampista milanista Alessandro Florenzi (nazionale nel vittorioso Europeo 2021), l’allora attaccante romanista Nicolò Zaniolo (oggi Fiorentina), il portiere juventino Mattia Perin e il compagno centrocampista americano Weston James Earl McKennie, gli ex juventini argentini campioni del mondo Leandro Paredes e Angel Di Maria, il difensore della nazionale e dell’Atalanta (all’epoca all’Inter e al Torino) Raoul Bellanova, il centrocampista della nazionale e del Torino (all’epoca all’Empoli) Samuele Ricci, l’attaccante del Padova (all’epoca alla Cremonese) Cristian Buonaiuto, l’attaccante di Lazio e Empoli (oggi al Parma) Matteo Cancellieri, il difensore dominicano Adames Hector Junior Firpo (Leeds United), il tennista Matteo Gigante, e un’altra decina di non sportivi. [...]

(milano.corriere.it)

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Una dozzina di calciatori, alcuni dei quali di Serie A, sono indagati per fatti avvenuti fino al 2023, nell'ambito di un'inchiesta milanese su un giro di scommesse clandestine, che non riguarderebbe partite di calcio. Tra i nomi dei calciatori iscritti per aver scommesso illecitamente figurano quelli di Nicolò Fagioli, Sandro Tonali, Weston McKennie, Raoul Bellanova, Angel Di Maria e Nicolò Zaniolo.

I calciatori, secondo quanto si apprende, sarebbero indagati per avere giocato sulle piattaforme illegali di scommesse e poker e per averle pubblicizzate tra altri calciatori.

Secondo quanto emerge dagli atti, Nicolò Fagioli, centrocampista della Fiorentina, e Sandro Tonali, ora al Newcastle, "oltre ad aver effettuato numerose scommesse" sulle piattaforme illegali, avrebbero ricoperto il ruolo "di collettori di scommettitori" e sarebbero stati "remunerati con bonus sui propri conti di gioco" e con riduzione dei debiti.

I due, infatti, sono indagati per una contestazione che riguarda anche la "pubblicità" data al giro di scommesse illegali, mentre tutti gli altri come "meri scommettitori".

Questi ultimi sono venti in totale, tra cui non solo calciatori ma anche altri sportivi.

Oltre a Fagioli e Tonali - che erano già indagati a Torino - sono indagati altri venti sportivi in totale. Tra questi, come "meri scommettitori", i calciatori Alessandro Florenzi, Nicolò Zaniolo (anche il suo nome era già stato iscritto a Torino), Wes McKennie, Mattia Perin, Samuele Ricci, Raoul Bellanova, Cristian Buonaiuto, Leandro Paredes, Matteo Falzarano, Matteo Cancellieri, Adames Firpo, Marco Sartori, Angel Di Maria e altri sportivi ancora, tra cui pure il tennista Matteo Gigante.

Questi ultimi, sempre secondo quanto si apprende, sono indagati per il comma 3 della medesima legge del 1989, e cioè per l'ipotesi che nello stesso periodo abbiano partecipato non a scommesse sul calcio ma sulle piattaforme illegali a giochi non autorizzati dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e, in particolare alle partite di poker su tavoli online.

I calciatori pagavano i debiti di gioco con bonifici ad una gioielleria, fingendo di acquistare Rolex e altri orologi di lusso. Secondo l'accusa, prima si vedevano fare credito dagli organizzatori delle scommesse, ma quando il debito si faceva oneroso, venivano indirizzati alla gioielleria affinché in apparenza pagassero con bonifici perfettamente tracciabili il prezzo degli orologi, che restavano in negozio nella disponibilità degli organizzatori, mentre gli sportivi uscivano solo con la fattura emessa a fronte dell'acquisto simulato.

Sempre agli atti risultano i prestiti di altri calciatori a Fagioli per aiutarlo a pagare i debiti, con bonifici alla gioielleria milanese Elysium, centrale nell'inchiesta. Tra questi, non indagati, oltre a Gatti (che ha prestato 40mila euro) anche il portiere Stefano Turati e l'ex difensore Radu Dragusin.

La Procura di Milano trasmetterà gli atti dell'inchiesta alla Procura federale della Figc per quanto riguarda i profili sportivi e eventuali sanzioni disciplinari. Da quanto si è saputo, i calciatori che hanno scommesso e sono indagati dal punto di vista penale non rischiano molto e possono uscire dal procedimento pagando un'oblazione. Le verifiche più rilevanti saranno quelle della giustizia sportiva. Mentre l'inchiesta, stralcio di quella torinese trasmessa, si è concentrata sugli organizzatori delle scommesse.

Nell'ambito dell'indagine, la Guardia di Finanza di Milano ha sequestrato oltre un milione e mezzo di euro a cinque persone e a una società per "esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, riciclaggio e responsabilità amministrativa degli enti".

Sono stati anche notificati, nell'inchiesta di pm Paolo Filippini e Roberta Amadeo, "decreti di fissazione di interrogatorio preventivo" davanti al gip, dopo la "richiesta di applicazione" dei domiciliari per i cinque indagati.

La Sezione di Polizia Giudiziaria-Aliquota Guardia di Finanza della Procura ha eseguito "un decreto di sequestro preventivo nei confronti di cinque persone fisiche e una persona giuridica emesso dal gip per complessivi euro 1.533.753,00".

Dalle indagini è emerso "un gruppo attivo nell'area milanese - spiega il procuratore Marcello Viola - ritenuto responsabile dell'organizzazione illegale di scommesse, anche attraverso piattaforme online non autorizzate, utilizzate da numerosi scommettitori". E' stato "appurato come gran parte dei pagamenti a saldo dei debiti di gioco destinati agli organizzatori", quantificati in oltre 1,5 milioni di euro, "fossero veicolati mediante una gioielleria di Milano" per "ostacolare la provenienza illecita del denaro e rendere difficile l'identificazione del reale beneficiario".

Un presunto "sistema" che avrebbe previsto "finte vendite da parte della gioielleria di orologi e monili di lusso che, in realtà, non venivano materialmente consegnati, ma costituivano unicamente la causale per il bonifico emesso dagli scommettitori a saldo del debito contratto per le scommesse effettuate sulle piattaforme illegali".

E' venuto a galla, spiegano i pm, anche un meccanismo "consolidato e strutturato per il pagamento dei debiti di gioco da parte degli scommettitori a favore degli organizzatori" con "l'utilizzo di numerosi soggetti prestanome che, mettendo a disposizione le proprie carte PostePay, account Revolut e conti correnti, ricevevano le transazioni finanziarie" per almeno 300mila euro, "destinate a saldare o ridurre le posizioni debitorie derivanti dalle scommesse illegali".

Per la stessa "finalità, i prestanome si occupavano anche della riscossione di denaro contante, per un importo stimato di almeno 400mila euro". In aggiunta, "alcuni scommettitori, in cambio di bonus, ovvero di una riduzione del proprio debito di gioco, diffondevano e pubblicizzavano le piattaforme illegali nei confronti di altri", facilitando così "l'apertura e il caricamento di sempre nuovi conti di gioco".

(ANSA)