Perrotta: "La chat 'dei campioni', le minacce da spogliatoio e il presepe con Tommasi"

25/05/2025 alle 09:56.
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IL FATTO QUOTIDIANO - Simone Perrotta, indimenticato Campione del Mondo e protagonista di stagioni importanti con la maglia della Roma, si racconta in un'intervista che tocca ricordi personali, aneddoti di spogliatoio e riflessioni sul calcio di ieri e di oggi. Un viaggio attraverso la sua carriera, con un focus particolare sulla sua esperienza in giallorosso.

(...)
Chi lascia ha nostalgia proprio dello spogliatoio.
"A me è mancato il rapporto con i ragazzi, con i magazzinieri, con i fisioterapisti. La quotidianità. Mentre la partita era l'ultimo aspetto legato alla nostalgia. Oggi non è più così."

Cosa?
"Per i cellulari."

Anche voi li avevate.
"Sì, ma oggi sono entrati nello spogliatoio: la prima necessità è fotografarsi e postare."

Mentre prima?
"Si parlava della partita, nascevano gli scherzi, si festeggiava per la vittoria, si discuteva per la sconfitta. Costruivi una comunità, dove i problemi di uno diventavano di tutti." (...)

Cicinho ha svelato i suoi problemi di alcolismo.
"Ai brasiliani piace bere, però Cicinho non l'ho mai visto alticcio in allenamento."

Il gruppo copre?
"Certo e devi avere un allenatore intelligente."

Esempio?
"Dopo una festa di carnevale, durata fino a notte tarda, arriviamo al campo in condizioni pessime. Ranieri ci vede, capisce, alleggerisce il programma e ci manda via."

(...)
Balzo indietro: 18.12.1999, Cassano segna un gol magnifico all'Inter. Il passaggio è il suo...
"(Sorride) Con Antonio che ripete: "È l'unico buono che hai fatto". E io: "Pensa se lo sbagliavo". Quella rete gli ha cambiato la vita e lo ripete spesso, anche perché in precedenza aveva sbagliato due occasioni non complicate; (pausa) è dai momenti difficili che può nascere il meglio."

I suoi momenti difficili.
"Il primo anno alla Roma: ogni volta che prendevo la palla, erano fischi; se c'era una contestazione, quando uscivo da Trigoria la mia macchina ballava."

Paura?
"No, ma all'inizio del secondo anno, in ritiro, c'erano i tifosi che urlavano "te ne devi anda". Raggiungo Spalletti per chiedere di essere ceduto. "Mettiti l'anima in pace, no"."

Chi l'ha consolata?
"La famiglia, mio figlio che aveva un anno."

Nello spogliatoio?
"Damiano (Tommasi): era successo pure a lui e dividevamo la stanza: "Come fischiano, un giorno ti applaudiranno"."

(...)
Tommasi aveva ragione.
"In quella fase Spalletti era in crisi, la società gli aveva dato dieci giorni. Arriviamo a Genova, contro la Sampdoria, e mi cambia posizione. Andò benissimo."

(...)
L'Europeo in Portogallo, quello dello sputo di Totti a Poulsen.
"Lo aveva massacrato, e mi dispiace perché in quell'occasione è uscito un Francesco lontano dalla realtà."

Totti era ingombrante...
"(Stupito) Cosa? Un punto di riferimento, poi in tutte le occasioni extra-campo lo mandavamo avanti: "Tanto vogliono solo te". E noi ci davamo di lato."

In campo ha mai avuto paura?
"Sempre! Tutti la provano. Magari prima del match mi ripetevo: "Ma non era meglio andare a mangiare al mare?". Poi in campo spariva." (...)

Lei chi è?
"Non lo so, però mi piacerebbe che la gente mi apprezzasse in quanto Simone e non come Perrotta."

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