
«Quando Nesta è arrivato a Milano mi chiese in quali ristoranti poteva andare e in quali no. Gli risposi che poteva fare come voleva. Quando gli chiesi del perché me lo domandava, mi spiegò che a Roma non funzionava così. Ci sono i ristoranti frequentati perlopiù dai laziali e quelli dei romanisti». Basterebbe questa riflessione a voce alta di Paolo Maldini per far arrossire più di qualcuno in città. [...] In tempi di derby ci porta a dimenticare tante amicizie sopite o nascoste tra romanisti e laziali. Ma non solo nelle famiglie, nei posti di lavoro o nei luoghi di svago. Gli stessi calciatori, quelli che sono scesi, scendono e un domani scenderanno in campo nella partita più sentita dell'anno, devono spesso far finta, nella migliore delle ipotesi, di non conoscersi, quando non debbono proprio fingere di mal sopportarsi. I tempi nei quali Agostino Di Bartolomei, Bruno Giordano, Bruno Conti e Stefano Di Chiara, due romanisti e due laziali, passeggiavano sul lungomare di Anzio (fine anni 70) facendosi immortalare abbracciati insieme in una foto, non c'è più.
Da anni bisogna far finta di essere perennemente uno contro l'altro. Così se Pellegrini ha la malaugurata idea di postare una foto che lo ritrae al compleanno di Immobile, apriti cielo. Centinaia di commenti bipartisan sui social a condannare Lorenzo e Ciro che curiosità vuole, è grande amico anche di Florenzi. Magari molti di questi, non sanno che Totti, icona indiscussa del mondo romanista, era amico intimo di Nesta. Cresciuti come rivali già nelle giovanili ma poi amici, come capita a chi è nato e cresciuto nella stessa città. Legame rinsaldato dalla Nazionale ma nascosto agli sguardi indiscreti. E dunque guai a farsi vedere insieme. Così quando i due litigarono per la maglia "V'ho purgato ancora" chissà in quanti avranno festeggiato. Lite, poi rientrata.
Francesco, tra l'altro, per tanto tempo ha nascosto anche l'amicizia con Di Vaio. Questo perché è diventato ormai normale confondere la sfera privata - quella nella quale se non faccio nulla di male, mi comporto, vedo e frequento chi voglio io - con la sfera pubblica. A Roma, per molti anche se fortunatamente non per tutti, l'importante è indignarsi. Il privato ormai è di tutti. Ma non solo da oggi. Perché già Pruzzo a metà degli anni 80' faticava a vedersi con D'Amico mentre Orsi evitava di frequentare pubblicamente Di Mauro [...] . Una triste consuetudine che oggi è realtà. Così Koné preferisce non farsi vedere con Guendouzi e Castellanos può ammettere tranquillamente che il rapporto con i connazionali della Roma (Dybala e Soulé, ma fino a pochi mesi fa anche con Paredes) «è ottimo, sono felice per loro che stiano facendo bene e quando capita d'incontrarci, raramente, ci salutiamo nel migliore dei modi», ma soltanto alla Nación. L'indignazione abbraccia tutto. Anche Bove e Cataldi che si commuovono al compleanno di Danilo, dimenticando che lo scorso anno giocavano insieme nella Fiorentina e che proprio il centrocampista laziale è stato il primo a soccorrere Edo a seguito del malore avuto a dicembre. Un quesito si fa largo: ma perché siamo diventati così?
(Il Messaggero)