
[...] Del resto, non c'è nulla di nuovo, in questa stracittadina che alla quarta giornata già rappresenta uno snodo fondamentale nella stagione di Lazio e Roma, non ancora un punto di non ritorno, ma certamente una sfida da non perdere, come tante, tantissime altre volte, per non precipitare nello psicodramma. Nemmeno l'orario di inizio (alle 12.30), che tante polemiche ha suscitato (e non si capisce perché), è una novità. È già accaduto, nel 2017, anche in quell'occasione per ragioni di sicurezza (fatevene una ragione, cari laziali e romanisti: il derby in notturna non ve lo potete permettere, nell'oscurità vi scappa sempre di menare le mani o, peggio, le armi), vinse la Lazio 3-1 [...] Una novità ci sarebbe, l'esordio di Gasperini, ma l'approccio è stato molto deludente, in linea con tanti suoi predecessori: allenamenti blindati, fuori fotografi, giornalisti, perfino i social del club. Non un'immagine degli allenamenti deve essere veicolata all'esterno. Dovessero scorgere, Sarri e i suoi, in una smorfia di Soulé o in un ghigno di Koné, elementi utili a capire con chi e come giocherà. Il tecnico toscano, d'altronde, parte avvantaggiato: sa cos'è il derby a Roma, soprattutto sa come maneggiarlo, ne ha vinti tanti, ogni volta lasciando sul campo qualche mese di vita. [...] Tra romanisti e laziali, quest'estate sono stati in settantamila, quasi equamente distribuiti. E d'accordo, i romanisti li conosciamo - "la Roma è come una mamma, una sorella, ecc..." -, gli basta poco per esaltarsi e Gasperini ha saputo subito solleticarli nell'orgoglio (più che nella pancia e nei bassi istinti, come faceva Mourinho), perciò per loro andare allo stadio continua ad essere un must, tradizione inaugurata con Josè, confermata con De Rossi, rinvigorita da Ranieri, tenuta accesa da Gasp. Chi sorprende, è il tifoso della Lazio. Non perché gli manchi senso di appartenenza o attaccamento alla squadra, ma perché, rispetto al romanista, tradizionalmente affronta le vicende calcistiche
con maggior spirito critico, poco incline a condividere quella massima romanista per cui la squadra "non si discute, si ama". [...] "Un pubblico da Champions", lo ha definito Gian Piero Gasperini - e la definizione vale indifferentemente per gli uni e gli altri - che la Champions, però, non può vedere, se non quella degli altri in tv, e chissà quando gli restituiranno questo privilegio. Intanto, si godranno un derby depotenziato già in partenza, perché per salvare le penne Sarri e Gasperini violenteranno la propria natura, l'uno aprendo al lancio lungo l'al-
tro concedendosi al possesso palla. È o non è il derby del vorrei ma non posso? Come quasi tutta la nostra storia, del resto. Il futuro è già passato, diceva quello. Speriamo di non annoiarci.
(A. Catapano - Il Foglio)