LA SFIDA NELLA SFIDA: Totti vs Mutu

20/01/2012 alle 14:03.

Chi rinasce e chi non è mai morto. Chi si è caricato sulle spalle il peso di una lenta risalita dai bassifondi della classifica, chi fulcro e protagonista lo è sempre stato. Adrian Mutu e Francesco Totti, tre anni di differenza, due carriere diverse ma entrambe spese per il gol. Ed entrambe, senza dubbio, potevano regalare loro qualcosa di più. Questione di scelte. C’è chi vive una parabola, toccando il fondo per poi risalire, rinascere, ricominciare. C’è chi, inve

 

LA PARABOLA DI UN CAMPIONE - Attaccante geniale e sregolato, Mutu domina il campo da seconda punta, da ala e anche come trequartista. L’obiettivo è uno solo: il gol. L’esordio in serie A arriva nel 1999 con la maglia dell’Inter. Dopo una breve parentesi al Verona, l’attaccante sbarca a Parma: in coppia con Adriano, Mutu conduce i gialloblù al quinto posto in classifica e apre le porte all’Europa. Il romeno fa gola ai maggiori club europei: nel 2003 ad aggiudicarsi il suo cartellino è il Chelsea. Il declino di Mutu inizia proprio da qui: dopo una partenza col botto (ben 3 reti in 4 gare), i gol diminuiscono progressivamente. Sempre meno incisivo, sempre più in disparte, Mutu tocca il fondo quando risulta positivo alla cocaina. Pena: licenziamento dal club inglese, multa di 20.000 euro dalla Football Association e una di 7 mesi. Ma non solo: tre anni dopo arriva una multa dalla FIFA di 13,68 milioni di sterline per aver rotto il contratto con il Chelsea. La multa più alta di tutti i tempi. Parentesi , nel 2006 arriva alla , dove Mutu ritrova Prandelli, che lo aveva allenato già a Parma, ma soprattutto ritrova se stesso, venendo eletto miglior giocatore del campionato e con la media voti migliore del campionato. Dopo una stagione caratterizzata dagli infortuni, per Mutu arrivano ancora guai: trovato positivo ai metaboliti della sibutramina, uno stimolante che annulla gli effetti della fame, nel 2010 il comitato antidoping nazionale lo per 9 mesi. Nel 2011 il Cesena comunica di aver acquistato a titolo definitivo l'attaccante: la rinascita parte da qui, dalle sue 6 reti in 12 presenze, dai 101 gol segnati in serie A.

UN CAPITANO NON AMMAINA MAI LA BANDIERA - È il miglior realizzatore e il calciatore con più presenze nell'intera storia giallorossa: 624 presenze ufficiali, 264 gol con la maglia della Roma. E’ un campione del mondo. La sua storia è l’orgoglio di ogni tifoso, di qualunque squadra. La carriera di inizia nel 1993: definito già a 17 anni un “talento purissimo”, la sua affermazione arriva con Zeman, con il quale inizia un periodo di maturazione fisica e mentale. Dal punto di vista tattico e tecnico, stupisce chi denunciava la sua incompatibilità con i rigidi schemi del boemo, mostrandosi disposto al sacrificio e alla corsa; dal punto di vista mentale e carismatico, assume un ruolo di sempre maggiore responsabilità nella Roma e i compagni non esitano ad investirlo della maglia numero 10. Durante la stagione del 1998, Aldair gli cede la fascia di capitano, che non ha più lasciato. Nel 2001 la Roma conquista l’unico scudetto vinto da Francesco, il terzo della Roma, quello scudetto che “vale per 10”. Il buio arriva nel 2006: la frattura del perone, l’operazione, le 14 viti, i 3 mesi di stop non riescono a fermare i sogni di . Vince un mondiale firmando con un gol la gara contro l’Australia, e, un anno dopo, vince la Scarpa d’Oro, soffiandola a van Nistelrooy. Qualcuno, poi, ha voluto vedere il “male della Roma” in colui che, tutt’oggi, dimostra di esserne la storia. E lui, che con le parole spesso non è riuscito a farsi capire, ha replicato alle critiche con i fatti: quinto posto nella classifica dei marcatori di serie A, a una sola lunghezza da Nordahl in quella dei marcatori in Serie A con un'unica squadra. E continua, domenica dopo domenica, ad esser incisivo. Un numero 10, in tutti i sensi.

VICINI, MA MAI ABBASTANZA – e Mutu si sono cercati, ma non si sono mai incontrati davvero. Nel 2008 c’è stato il contatto più forte tra i due. Il romeno è stato molto vicino a vestire la maglia della Roma, sicuramente stimolato dalla chiamata diretta del capitano giallorosso: "Spero che possa arrivare un grande attaccante, un giocatore che faccia la differenza. Mutu lo metto su tutti. Se potesse venire, si troverebbe bene". In estate si parlò anche di scambi di sms tra lui e il capitano. Poi la trattativa saltò e rimase solo questa dichiarazione di Adrian: “Ho pensato di andare alla Roma, ci ho pensato tanto. Ho sempre simpatizzato per la Roma, per tutto quello che c’è intorno alla squadra, quel tifo così caloroso. Ma alla fine penso di aver fatto la scelta giusta”.

L’UNO CONTRO L’ALTRO - Il primo scontro tra e Mutu risale all’anno del terzo scudetto giallorosso: il romeno indossa la maglia da titolare con il Verona quando la Roma espugna il Bentegodi con un perentorio 1-4, siglato anche dal capitano giallorosso. Mutu deve aspettare l’anno successivo per segnare i suoi primi gol alla Roma: doppietta all’Olimpico, rimonta giallorossa nel finale. Nel 2002 Mutu passa al Parma: al Tradini una Roma rimaneggiata perde 3-0 sotto i colpi del rumeno, autore di un rigore e di due assist. Nel ritorno è a rifarsi segnando nel 2-1 dell’Olimpico. Con la Mutu non trova molti spazi, ma non manca l’appuntamento con il gol contro la Roma in Coppa Italia. Passato alla , il romeno riesce a segnare ai giallorossi solo un rigore nel 2-2 della stagione 2007/08. L’ultima sfida tra i due risale a un anno fa e finì 2-2: Mutu sigla il vantaggio viola mentre il capitano giallorosso mette a segno una doppietta che determina il risultato finale.

Il prossimo appuntamento è fissato per sabato alle 18.00 allo stadio Olimpico, e sia Mutu che non mancheranno. L’uno per portare per mano i compagni verso la salvezza, l’altro per raggiungere un nuovo traguardo: superare Nordahl.

 

Valentina Vercillo