Conferenza stampa, JURIC: "Vincere è il mio unico pensiero. Pellegrini non ci sarà". HERMOSO: "Sono venuto qui perché convinto dal progetto. Esonero di De Rossi? Nessuno mi ha chiesto un parere" (VIDEO)

25/09/2024 alle 14:12.
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Dopo la vittoria ottenuta per 3-0 contro l'Udinese, la Roma di Ivan Juric domani alle 21:00 esordirà in Europa League contro l'Athletic Club. Oggi, alla vigilia della sfida, il tecnico croato ed il difensore Mario Hermoso parleranno in conferenza stampa al centro sportivo "Fulvio Bernardini" di Trigoria intorno alle 14:30. Come di consueto, LAROMA24.IT seguirà l'evento in diretta.

Juric, che tipo di gestione di giocatori pensa di fare? Dei nuovi vedremo Soulé e Koné?
"Non abbiamo ancora deciso quelli che giocheranno domani, sicuramente faremo un po' di cambi, ma ancora non ho deciso".

Hermoso, a che livello di condizione sei? Ti senti pronto per giocare una partita così delicata dal primo minuto?
"È evidente che il mio è un processo graduale di adattamento, di conoscenza al gruppo e di miglioramento di condizione fisica che è importante per competere in questa competizione. Mi sto adattando e tutto procede per il meglio acquisendo anche la fiducia necessaria per giocare".

Domani per lei sarà l'esordio assoluto da allenatore in una competizione europea, che emozioni sta provando? Sente la necessità o il desiderio di fare un appello ai tifosi di aiutare e di sostenere la squadra?
"La partita la prepariamo in modo uguale senza cambiare niente, il concetto è sempre lo stesso. Al momento non provo emozione, penso solo alla partita. Spero che con le prestazioni dell'altro giorno i tifosi ci stiano accanto".

Mourinho è stato il capopopolo che ha portato alla vittoria di un trofeo. Poi è arrivato De Rossi, figlio di Roma, e sappiamo com'è andata a finire. Lei in prospettiva cosa pensa di poter diventare per la Roma? Si può dire che è un medico di guerra che è venuto a curare un malanno?
"Io con tutta sincerità spero di vincere domani. Il mio pensiero è la partita con l'Athletic Bilbao, c'è la preparazione, concentrazione, cercare di fare le scelte giuste. Domani voglio vincere ed è il mio unico pensiero. Massima concentrazione su questo, non vado oltre".

Come sta Paulo? In prospettiva dei tanti impegni va gestito?
"Si va gestito. Qua c'è un grande staff e dobbiamo stare attenti, sembra recuperato bene dalla partita. Quando sta bene è un giocatore speciale e spereremo che sia così tutto l'anno. Sceglierò partita dopo partita".

In base alle competizioni, la società le ha dato delle priorità? 
"Non abbiamo affrontato questo argomento. Io in questo momento spero che la squadra continui a fare le prestazioni dell'altro giorno preparando partita dopo partita".

Mario come hai vissuto queste settimane? Sei venuto a Roma anche perché convinto dal progetto di Daniele De Rossi
"Uno dei motivi per il quale sono venuto è stato appunto il progetto e questa è una rosa piena di buoni calciatori. Però, dobbiamo acquisire una mentalità di un certo tipo perché quando si inizia a vincere aumenta lo status del club e della squadra. Il nostro obiettivo deve essere quello di competere a livello più alto a tutte le competizioni. È evidente che sono arrivato qui grazie a De Rossi e lo ringrazierò sempre. Sono contento di essere in una città come Roma con una tifoseria fantastica e simile a quella dell'Atletico che tifa di cuore. Sono sicuro che questo potrebbe essere un lungo cammino fatto di bei momenti".

Dopo una settimana alla guida della Roma, quali sono le sue sensazioni rispetto alla sostanza e alla qualità di questo organico che dovrà sdoppiarsi tra più competizioni? Koné invece è capace di abbinare la fase di interdizione a quella di recupero?
"La rosa è ottima e sono soddisfatto della Roma. Poi è normale che ci siano reparti in cui non siamo perfetti, ma va bene. Koné è un calciatore ottimo con grande voglia di lavorare e sono convinto che faremo una grande stagione insieme perché ha tante qualità".

Tornando su Soulé, come sta? Lei lo vede più come un trequartista oppure solamente come un esterno a tutta fascia?
"Io lo vedo più come trequartista. Poi si può allargare ma non su tutta la fascia. Per lui è stato un grande salto ed avrà la sua occasione".

Mario, hai affrontato tante volte l'Athletic Bilbao con la maglia dell'Atletico, Juric le ha chiesto qualche consiglio per domani?
"Si è vero ci ho giocato tante volte contro anche ai tempi dell'Espanyol. Direi che è una squadra che ha una struttura molto chiara, è una squadra che fa della lotta, della dedizione, della solidità e del gruppo le sue armi migliori. Non fanno tante rotazioni e i giocatori sono sempre gli stessi e i loro concetti non cambiano mai indipendentemente dall'allenatore. Conosciamo la loro filosofia e ho potuto condividere con lo staff quelli che sono le loro vulnerabilità. Una cosa molto importante sarà quello di pareggiare il livello di grinta nei duelli e far sì che il nostro talento possa risolverci la partita".

Zalewski è già pronto per scendere in campo? Quanto tempo manca a Saud Abdulhamid? Ha le caratteristiche giuste per diventare il titolare?
"No Zalewksi non è pronto per scendere in campo. Sulla seconda domanda, invece, sono d'accordo con Daniele sulle caratteristiche di Saud ma ha bisogno di un pò di tempo e per lui è stato un salto enorme ma sta lavorando bene".

Come sta Pellegrini? Come l'ha trovato a livello mentale ed emotivo?
"Non ci sarà domani e già alla scorsa non era al meglio ma voleva giocare a tutti i costi. Lavora a parte e spero che per la prossima ci sarà. Io lo vedo sereno e anche il gruppo è uguale. Hanno lavorato bene e con il sorriso. Questa partita ci ha dato tanta fiducia".

Mario te con l'Atletico eri abituato a lottare per grandi obiettivi con l'Atletico. Per tua esperienza questo organico sarebbe già pronta per disputare la Champions?
"Io credo che sia stata confezionata una rosa che ha del potenziale enorme anche se sono stati presi alcuni giocatori da campionati in cui non erano abituati a giocare una volta ogni 3 giorni. Sarà quindi necessario un periodo di adattamento a questo. Dobbiamo essere esigenti con noi stessi per poter apprezzare una competizione come la Champions. Ci si rende conto dell'importanza di certe notti perché la gente aspetta con ansia quelle partite e dobbiamo porcelo come obiettivo".

Quando giocava contro squadre che utilizzavano il 4-2-3-1, spesso giocava con il trequartista che si abbassava a prendere uno dei due centrocampisti. In questo senso, Cristante potrebbe essere utile anche in quel ruolo o lo vede solo come centrocampista centrale?
"No, lo vedo più come centrocampista centrale. Lo vedo come un uomo di ordine e che capisce ciò che succede in campo. In questo momento non può giocare più avanti".

Viste le interpretazioni dei giorni scorsi, qualcuno della dirigenza, prima dell'esonero di De Rossi, vi ha chiesto mai un parere sull'allenatore? Che cosa avete risposto?
"Sono arrivato qui da poco e ancora non conosco bene la struttura dirigenziale. Non conosco persone che non fanno parte della nostra quotidianità e nessuno mi ha contattato nè chiesto un parere. Questa è una domanda che va fatta ai capitani della squadra dato che sono loro a fare da portavoce nello spogliatoio".

Angelino lei lo vede anche come esterno in un 3-4-2-1 o solo come braccetto a sinistra?
"Può fare tutti e due i ruoli. L'altro giorno mi è piaciuto tanto perché ha difeso in maniera eccellente ed ha tanta qualità. Può tranquillamente giocare anche da quinto".

Quanto manca per vedere in campo Hummels?
"Spero poco. Non è ancora al top ma mi sembra proprio un giocatore positivo. Per come si è inserito all'interno dello spogliatoio mi sembra un giocatore importante. Sia con lui che con Mario abbiamo fatto allenamenti molto duri, ma sono convinto che a breve lo vedremo in campo".

Quali solo le prime differenze tra Liga e Serie A?
"Direi che ogni campionato è diverso. Quello italiano, per quello che ho notato, ha un livello alto più fisico con un'organizzazione tattica diversa. Il calcio spagnolo è un calcio diverso e con una filosofia diversa che ha preso piedi grazie alla Nazionale spagnola. Le squadre in campo sono più ampie e si basano molto di più sul possesso. Non ci sono molte verticalizzazioni e non si rompono spesso le linee. Cosa che in Italia non si fa, il calciatore è più esposto".