LAROMA24.IT (Francesco De Sio) - Il Torino come corso di formazione per diventare grandi. E' questo l'elemento principale che accomuna Bruno Peres e Danilo D'Ambrosio, due dei migliori interpreti del ruolo di esterno a tutta fascia esaltati dal modulo granata degli ultimi anni. Il numero 13 giallorosso è solo l'ultimo "diplomato" del corso di formazione del 3-5-2 a tutta spinta di Ventura, che aveva già esaltato l'attuale terzino dell'Inter durante la stagione 2013/2014.
YIN E YANG - Passati sotto la lente d'ingrandimento, Peres e D'Ambrosio potrebbero rappresentare il perfetto equilibrio degli opposti in un ruolo, quel del terzino, che è forse quello che offre la maggior eterogeneità di caratteristiche all'interno di un campo da calcio. Disciplinato ed attento tatticamente l'interista, anarchico ed istintivamente geniale il neo romanista. Parabole diverse, quasi opposte, hanno anche accompagnato i due "gemelli diversi" nel corso dello sviluppo delle proprie carriere. L'onesto mestierante Danilo, campano della periferia di Napoli, una vita di gavetta e una quasi esplosione improvvisa nel 2013 al Toro, è passato all'Inter quasi in punta di piedi, dopo la scadenza del contratto che lo legava ai granata. Il cavallo imbizzarrito Bruno, nato nella terra in cui da sempre il terzino è solo un fantasista di scorta che parte da più lontano, è stato svezzato calcisticamente nel Santos che fu di Pelè, e in granata, prima di cedere al lungo corteggiamento della Roma, si era addirittura concesso un eurogol allo Juventus Stadium dopo una galoppata di 100 metri.
PARABOLE - Se però il preludio era di quelli che avrebbe fatto immaginare scenari più accattivanti per il classe '90 brasiliano, la realtà, almeno in questi pochissimi mesi, ha raccontato qualcosa di diverso. Le prime apparizioni di Peres, per la prima volta impiegato in una linea difensiva a 4, sono state altalenanti e comunque sempre condite da quel "però quando c'è da difendere..." che i tifosi romanisti ormai conosco a memoria da circa 2 anni a questa parte. L'ex Santos, sempre molto reattivo e propositivo nel proporsi in avanti, in fase difensiva pecca sempre di quel disordine tattico e attitudinale che lo rendono tanto irresistibile nel puntare gli avversari, quanto goffo nelle transizioni negative. Paradossalmente le caratteristiche più ordinarie dell'esterno difensivo campano gli hanno consentito di adattarsi senza grosse sbavature ai compiti difensivi richiesti dalla difesa a 4, non senza farsi trovare anche pronto nell'altra area in fase realizzativa (5 gol in 70 presenze con la maglia dell'Inter). La dedizione tattica di D'Ambrosio gli ha anche permesso di adattarsi perfettamente su entrambe le fasce, situazione che è riuscita meno bene a Peres, come l'ultima sfida col Torino (guarda un po') ha palesato.
VIS A VIS - Domenica sera i due potrebbero addirittura trovarsi faccia a faccia sulla medesima corsi, per ricordare magari i tempi in cui la sfida si riproponeva quotidianamente al centro Sisport, con la speranza che proprio la parabola del brasiliano torni a pendere verso la direzione ascendente.