Il dibattito nelle radio: «Il presidente ha ragione. Anzi no»

17/04/2015 alle 13:45.
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IL MESSAGGERO (B. SACCA') - Il tifo della Roma è in fibrillazione. Comunicati, tensione, scontri dialettici. Di tutto un po’. Le parole del presidente James Pallotta non sono piaciute a una larga fetta dei romanisti e gli esiti sono facilmente rintracciabili nel gran mare dei social network e della radiofonia locale, testa, orecchie e bocca non soltanto di una curva. Scattare una fotografia nitida del pensare dei tifosi è utopia, questo va detto: ci si può accostare però ai dettagli della realtà grazie a chi lavora quotidianamente a contatto con l’umore dei sostenitori; ovvero i conduttori di quelle radio da sempre specchio delle mille sfumature della à. Così, abbiamo raccolto i loro pareri per restituire una fedele immagine del cuore del problema. «Al di là del dispiacere per le divisioni, i tifosi rimproverano a Pallotta di essere distaccato rispetto alla realtà: non si è calato nella realtà della Roma come avrebbe dovuto», spiega Max Leggeri, una delle figure di spicco di Centro Suono Sport. Dalla redazione di Radio Radio, invece, Ilario Di Giovambattista esprime una certa preoccupazione. «Credo che Pallotta abbia sbagliato i tempi e soprattutto i modi della sua reazione. Avrebbe reagito così se non ci fosse stata la ? Credo che si potessero esprimere gli stessi concetti evitando di esasperare i toni». Drastico Patrick vom Bruck, la voce del pomeriggio di Rete Sport, ancora colpito dallo striscione apparso al centro dalla durante la gara tra la Roma e il . «Un tifo, un’immagine rovinati da pochi, perché lo striscione potrebbero averlo fatto due persone». Per completare il giro della manopola, ecco Tele Radio Stereo: «Le dichiarazioni di Pallotta mi sono piaciute, lui ha carattere, non ha paura di fare a sportellate. La tifoseria la vedo spaccata al 50%, la parte più estrema ce l’ha con il presidente, la restante è d’accordo», racconta lo speaker e radiocronista Gabriele Ziantoni. Insomma, a stringere, dal mondo radiofonico emerge netta una sensazione di scollamento del tifo rispetto a Pallotta e, quindi, di spaccatura tra i romanisti.